Quello che si vede nel centro della foto è l’acquedotto Acqua Claudia. Questo edificio pubblico era uno dei più notevoli di Roma. Terminato sotto l’Imperatore Claudio, alimentava le pendici del Palatino (in alto a sinistra). La sorgente era sulle colline a 68 chilometri da Roma. Nel centro, passava attraverso il colle Celio e fiancheggiava l’immensa struttura architettonica del tempio di Claudio.





















L’Imperatore Domiziano fece prolungare l’Acqua Claudia fino al Palatino, in alto a destra, per alimentare il palazzo.























Dettaglio delL’ Acqua Claudia che passa attraverso il colle Celio.













L’acqua Claudia doveva anche serpeggiare tra i palazzi del colle Celio.













L’acquedotto nel centro dell’immagine era in realtà un doppio acquedotto: Appia a sinistra e Marcia a destra. L’Acqua Appia si diramava direttamente dall’Acqua Claudia che abbiamo visto sopra, mentre l’Acqua Marcia nasceva dal grande acquedotto Acqua Marcia Tepula Iulia, che alimentava le terme di Diocleziano. Questi due acquedotti passavano dunque attraverso il colle Celio per alimentare le terme costruite sull’Aventino, le terme di Decio sulla parte alta del colle e le terme di Sura, più piccole, verso il Circo Massimo.













Questa indicazione si riferisce al passaggio dell' Acqua Alsietina che alimentava la Naumachia di Augusto nel Trastevere.
























L’Acqua Virgo
entrava a Roma da nord attraverso le pendici del Pincio e scendeva fino a la Sæpta Iulia nel Campo Marzio. Sulla fotografia si vede l’arco di Claudio nel luogo dove l’acquedotto passa sopra la via Lata, completamente a sinistra dell’immagine. Oggi è la famosa Via del Corso.




















Una parte dell’Acqua Virgo, appena prima di deviare, nella parte alta dell’immagine, verso il Campo Marzio.































L'Acqua Marcia Antoniniana
alimentava la grande cisterna delle terme di Caracalla.























Terzo acquedotto romano, l’Acqua Marcia Tepulia Iulia venne costruito tra i 144 e 140 a.C. Entra a Roma dalla porta Prænestina (odierna Porta Maggiore), costeggia le mura aureliane fino alla porta Tiburtina, poi entra nella città dividendosi in due tronchi.


























Ecco la diramazione dei due tronchi dell’Acqua Marcia nell’Esquilino nordest. Il più corte è l’Acqua Marcia Iovia. I due rami vanno alimentare i serbatoi delle terme di Diocleziano, diventando acquedotti sotterranei.


























L’Acquedotto del Nuovo Anio ( Acqua Anio Novus ) si confonde con l’Acqua Claudia con quello ha lo stesso percorso per i 13 ultimi chilometri prima Roma . Se ne dirama alla porta Prænestina e va alimentare un immenso serbatoio (Aqua Conclusa). Fu l’acquedotto il più lungo e quello che forniva la più grande quantità d’acqua a Roma.