L'Esquilino, nel primo piano alla destra dell’immagine, è uno dei sette colli di Roma. Si presentava come un pianoro con tre leggere alture, l'Oppio, il Fagutale ed il Cispio. Prima del periodo imperiale, questa zona era occupata dal cimitero dei poveri ed aveva una cattiva reputazione. Più tardi Mecenate ci fece costruire una magnifica villa con giardini. Alla fine dell'Impero, è diventato un colle abbastanza costruito. Il Viminale è la "altura" tra l'Esquilino, in basso dell’immagine, ed il Quirinale, in alto dell’immagine. Era sopratutto una zona di abitazioni per insulæ (tipo di abitazioni affitate, largamente maggioritarie perchè rappresentavano 96% delle costruzioni). . L'Insula regna nei quartieri di Roma. Le strade sovrappopolate sono ingombrate da genti che comprano o vendono. Il pianterreno dell'Insula serve di bottega agli artigiani, mentre i piani superiori sono riservati alle abitazioni. Il colle era attraversato da due grande vie, il Vicus Patricius ed il Vicus Collis Viminalis. . Ai piedi dell'Esquilino si allargava il famoso quartiere popolare della Subura.



<







DIV ALIGN=center>

Sul colle Esquilino, proprio dietro le Terme di Traiano si trova il Portico monumentale di Livia . Era un edificio di circa m120 per m95 di larghezza. Si presentava come un piazzale rettangolare circondato da un doppio portico. Varie nicchie si aprivano nei muri del portico. Il centro della piazza era occupato da un piccolo edificio rettangolare che presentava molte somiglianze con l'Ara Pacis. Sarebbe l' Ara Concordia di cui parla il poeta Ovidio. Ai quattro angoli dovevano trovarsi piccole fontane quadrilobate. Augusto fece erigere questo portico nell'onore della seconda sposa Livia.













L'Esquilino è prima di tutto il famoso palazzo di Mecenate ed i sui giardini, che per il momento sono fuori del modello. Però i limiti attuali della ricostruzione permettono di presentarvi, vicinissimi al posto del palazzo di Mecenate, due grande Domus i cui proprietari sono entrati nella storia. La Casa di Virgilio,(a) vero palazzo con un giardino interno, di cui la facciata si apre di fronte al grande stagno del serbatoio delle terme. Costruita proprio di fianco alla Casa di Virgilio, un'altra Domus appare nell'immagine con il suo grande giardino. Con tutta probabilità sarebbe la Casa privata di Tito,(b) .

















Vicino al serbatoio delle terme, nella regione III, un tempio tondo protetto da un muro semicircolare (a) dedicato a Minerva Medica che non si deve confondere con il ninfeo dei Licinii, nella regione V, che vedremo più tardi nella parte est dell’Esquilino. Una bottega di vasaio (b) dove venivano probabilmente cotti i notevoli ceramichi sigillati. L’Esquilino ospitava parecchi fonti e boschi sacri (c). Dietro al bosco, un tempietto dio Silvano, come si vedevano tanti a Roma.


















Qui siamo nella parte ovest del Esquilino, tra le grandi terme di Traiano e la regione V più all’est. La Casa di Petronius Maximus (a), chi fu imperatore nel 455, era costituita d’una notevole villa con giardini, un grandissimo cortile interno e due cortili laterali chiusi. Diventato ricchissimo dopo i sui due consolati ed il suo titolo di prefetto di Roma, fece costruire questo immenso foro (b) che porta il suo nome, il Foro di Petronio Massimo. . In (c) il tempio di Iside Melletino, associato al culto venuto dall’Egitto. Anche se Mecenate regalò ad Orazio una proprietà vicina a Tibur (odierna Tivoli), se può che sia in questa lussuosa domus (d) che Orazio abitasse quando viveva a Roma presso il circolo del potere, mentre che era apprezzato da Augusto per le sue opere poetiche. La casa di Sulpicia , (e) l’unica romana di cui la poesia sia conosciuta.














La porta Querquetulana (bosco di querce) che si nota nel centro dell’immagine era una rimanenza delle vecchie mura serviane. Era quindi in ricordo d’un bosco di querce che questa porta venne battezzata Querquetulana al posto dove attraversava le vecchie mura serviane nella depressione tra l’Oppio del Esquilino ed il Celio. Ne rimane adesso solo alcune vestigia delle mura e una porta abbastanza danneggiata. Una cappella dei Lari del Querquetulano (a) strapiombava sulla porta ed era vicina alla Moneta, l’officina della Zecca (b).













Nel centro dell’immagine il palazzo ed i giardini di Mecenate. Il palazzo di Mecenate fu uno dei più prestigiosi durante tutto l’Impero. Costruito su vecchi terreni che servivano di scarica e di cimitero, ne fece un picco della civiltà romana. Mecenate fece addirittura costruire una torre per potere osservare i dintorni, visto che era uno dei luoghi più alti di Roma. Sotto Costantino la torre aveva perso la sua importanza dato che l’Esquilino era diventato una zona sovrappopolata. Il palazzo di Mecenate era d’un lusso e d’un fasto insuperati, ed annunziava la grandezza delle grandi domus e dei palazzi imperiali.














Era dapprima nei fori che se faceva il commercio, però poco a poco si trasformarono in luoghi di passeggiata o d’incontro, poi i tribunali invasero i luoghi. I mercanti si videro progressivamente cacciati dei fori e doverono raggrupparsi nei mercati, ra quelli uno dei più importanti fu il Mercato di Livia. Nel centro dell’immagine, il mercato di Livia con i sui lunghi portici, ed a qualche passi, la cappella di Bona Dea, Diana Minerva Augusta ed Ercole, come anche un grande pezzo delle vecchie mura di Servio Tullio. Più giù, nel centro dell’immagine, il posto della vecchia porta Esquilina, sostituita dall’ Arco di Gallieno. Questo grande mercato si presentava come un grandissimo blocco rettangolare sulla cima dell’Esquilino, costruito lungo il Vicus Macellum Liviæ. Avrebbe sopravvisto durante tutto l’impero ed addirittura dopo, dato che il suo nome sarebbe stato conosciuto anche nel Medioevo. Augusto ne avrebbe ordinato la costruzione, dandogli il nome della sua moglie Livia. Il mercato di Livia è l’entrata della regione nord-ovest dell’Esquilino, di cui il confine è il campo della Guardia Pretoriana.